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Scheda Tecnica

Cyathus stercoreus (Schwein.) De Toni, in Berlese, De Toni & Fischer, Syll. fung. (Abellini) 7: 40 (1888)

NOME VIGENTE:

Cyathus stercoreus (Schwein.) De Toni, in Berlese, De Toni & Fischer, Syll. fung. (Abellini) 7: 40 (1888)

SINONIMI:

Cyathia stercorea (Schwein.) V.S. White, Bull. Torrey bot. Club 29: 266 (1902)
Cyathodes lesueurii (Tul. & C. Tul.) Kuntze [as ‘lessueurii’], Revis. gen. pl. (Leipzig) 2: 851 (1891)
Cyathodes stercoreum (Schwein.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 2: 851 (1891)
Cyathus lesueurii Tul. & C. Tul., Annls Sci. Nat., Bot., sér. 3 1: 79 (1844)
Cyathus stercoreus f. ephedrae Calonge, Boln Soc. Micol. Madrid 19: 33 (1994)
Cyathus stercoreus f. lesueurii (Tul. & C. Tul.) Bottomley [as ‘lesueuri’], Bothalia 4(3): 638 (1948)
Cyathus stercoreus var. lesueurii (Tul. & C. Tul.) Cejp [as ‘lesueuri’], Fl. ČSR, B-1, Gasteromycetes: 654 (1958)
Nidularia stercorea Schwein., Trans. Am. phil. Soc., New Series 4(2): 253 (1832) [1834]
Tratto da Index fungorum

ORDINE:

Agaricales

FAMIGLIA:

Nidulariaceae

GENERE:

Cyathus

SPECIE:

C. stercoreus (Nomenclatura binomiale: Cyathus stercoreus)

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Categoria:

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Descrizione

DESCRIZIONE MORFOBOTANICA

DESCRIZIONE:
Carpofori: a crescita per lo più gregaria o cespitosa, presenti quasi sempre in gran numero nei luoghi di ritrovamento e aderenti al substrato fimicolo o legnoso che li ospita. Inizialmente hanno forma di barile, poi si presentano slanciati, turbinati o simili ad una tromba. Alla loro base è presente una estesa formazione miceliare, di colore bruno o ruggine. L’esoperidio, cioè la porzione esterna, ha consistenza fibrosa, circondata da lanuggine, ornata da peli intrecciati tra loro, formanti dei ciuffi. Gli esemplari più vecchi si presentano lisci alla base. I colori vanno dal beige, al giallo-paglierino, grigio-bruno all’apice, giallo-oro con tonalità rossicce verso la base se siamo in presenza di umidità ambientale. Lo strato intermedio è di colore biancastro; quello interno presenta elementi di contiguità con l’epifragma. Sulla porzione superiore del carpoforo (epifragma), sono presenti folti peli lanuginosi, di forma lanceolata, appuntiti, con ife di colore giallo-paglierino, aventi larghezza 4-7 μm, settate, con presenza di giunti a fibbia. La porzione interna si presenta di colore nerastro; su essa sono adesi peridioli lentiniformi di colore nero, i quali racchiudono le spore, hanno un diametro di 1,5-2 mm e sono legati da un tenue cordoncino funicolare. I giovani esemplari hanno aspetto clavato, la loro gleba si presenta cotonosa, di colore biancastro. Man mano che avanza il processo di crescita, i peridioli, presenti sul fondo della coppetta, assumono un colore nerastro. Il funicolo è adeso alle pareti del peridio e si srotola per stiramento. L’endoperidio, cioè la porzione interna, nella fase iniziale è chiuso, di colore bianco. Con la rottura dell’epifragma, la base presenta un triangolo cavo riempito di gelatina, alla fine esso assume un colore grigio-nerastro, presentandosi liscio con ife di forma cilindrica, provviste di giunti a fibbia, e con un diametro di 4 μm. Con la deiscenza, si rompe e si dissocia l’epifragma. In una seconda fase si lacerano i peridioli, che verranno diffusi dalle gocce di pioggia; le spore saranno disperse in seguito dai vari agenti atmosferici.

MICROSCOPIA

SPORE:
immerse in una sostanza di consistenza gelatinosa adibita al loro nutrimento. Si presentano lisce, ialine, con reazione amiloide J -. La loro forma passa dalla piriforme, quando sono immature, a quella globosa o ellissoidale man mano che vanno avanti nel processo di crescita; esse misurano 18-23 x 15-20 μm.

BASIDI:
di forma clavata, privi di giunti a fibbia, aventi misura 40-50 x 12-16 μm con 3 o più sterigmi.

HABITAT:
fimicolo, su detriti legnosi intrisi di acqua, in fase di marcescenza. Rinvenibile sia in estate che in autunno.

LUOGO DI RACCOLTA:
Monticchio (L’Aquila)
long. 13.46522°
lat. 42.33222°
alt. 593 m s.l.m.
UTC 2014-07-28 10:52:12 + 00000
accuracy 50,0

STRUMENTAZIONE USATA:
foto macro eseguite con macchina fotografica Nikon (mod. D 5000); obiettivo Nikon AF-S Micro Nikkor 105 mm. Alcuni dati sono stati acquisiti con uno Stereomicroscopio della Zeiss, collegato ad un Sistema di acquisizione per le Immagini. Le immagini sporali, sono state osservate in luce trasmessa tramite il Sistema di Acquisizione per le Immagini della Leica.

TECNICHE ANALITICHE USATE:
osservazione microscopica attuata su materiale fresco, utilizzando H2O; Rosso Congo ammoniacale al 6%, per facilitare l’osservazione delle varie strutture.

BIBLIOGRAFIA:
J. Breitenbach/ F. Kränzlin 1986 “Champignons de Suisse” mykologia Luzern pag. 378 tav. 495
Mario Sarasini “Gasteromiceti epigei” 2005- A.M.B. C.s. m. p. 244
Giovanni Consiglio, Carlo Papetti, 2009. “Atlante fotografico dei funghi d’Italia”, vol 3. A.M.B. Centro Studi Micologici, pag. 1465.
Bruno Cetto, 1994. “I funghi dal vero”, vol. 4. Saturnia Edizioni, pag.577
Index Fungorum: http://www.indexfungorum.names/names.asp

* La nomenclatura vigente, segue le abbreviazioni dei nomi degli autori dei Taxa Fungini Secondo CABI (Bioscience 2003) Nomi correnti delle specie tratti da “Storia della micologia italiana e primo contributo alla nomenclatura corretta dei funghi” – ISPRA – A.M.B. C.s.m. (Centro Studi Micologici) – manuali e linee guida 104/2013

Tassonomia

Ordine

Famiglia

Genere

Specie

C. stercoreus

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